Il piacere di fare di nuovo DX… nell’era del digitale !
Come parecchi di voi sanno il sottoscritto fa parte di quella categoria di soggetti che abitano in un condominio… da che mi sono sposato svariati decenni orsono, ed ho cambiato casa ho dovuto, obtorto collo, accettare l’evidenza che per quieto vivere era saggio rinunciare a riempire il terrazzo di antenne…. anche perchè il tempo da dedicare all’hobby della radio sarebbe stato in prospettiva molto ridotto…
Nel frattempo sono cambiate tante cose e sono ritornato alla fase ludica dopo una quarantina d’anni…
Vi ho raccontato in altri post il mio disappunto nel prendere atto che tante cose erano cambiate… anche se la passione per il DX era ancora viva e non solo in me….
La prima tentazione è stata quella di riaccendere il vecchio RTX TRIO TS510 che ancora conservo in cantina…. prima però di partire mi sono chiesto se era il caso di riaccenderlo… con sicuro botto dei condensatori elettrolitici dell’alimentatore e con la necessità di mettere su una antenna decente visti i temi di magra della propagazione…
Ho allora pensato di fare un poco di ascolto per vedere cosa passava il convento …. il primo ostacolo è stato ovviamente l’antenna…. purtroppo il diritto all’antenna non si sposa molto bene con il quieto vivere… a meno di non rinunciare a mettere su delle bestie tipo una yagi per le decametriche o una verticale sempre per le decametriche con relativa immediata etichetta di aver messo il parafulmine sul palazzo 🙂 🙂
Dopo molto cercare e sulla base anche di un compromesso tecnico-economico-sociale ho deciso di costruire una filare usando i pochi metri di tetto a disposizione… ne è uscita fuori una antenna di soli 12 metri con un trasformatore di adattamento per la discesa in cavo coassiale a bassa perdita fino al mio shack….
Ovviamente fatta l’antenna c’era il problema di attaccarci qualcosa che assomigliasse almeno ad un ricevitore per le bande decametriche…. purtroppo il ricevitore che avevo era parte del RTX TRIO TS510…. risultato: niente ricevitore 🙁 a meno di botti e fuochi artificiali……
Un rapido escursus sui megastores per radioamatori su internet mi ha fatto arrivare alla conclusione che comprare qualcosa di già fatto ex novo era peggio ( per la tasca…) dei botti e dei fuochi artificiali del RTX da riaccendere….:(
Siccome vale il vecchio detto di Maometto.. ( …se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto…) mi sono detto: ma è proprio necessario oggi usare i metodi di 40 anni fa per assaporare il gusto del DX ?????
Mi sono allora ricordato che oggi esistono le tecniche SDR ( Software Defined Radio) per realizzare le apparecchiature radio e mi sono fatto un ripasso e un giro di aggiornamento sul tema…. il tema non era per me propriamente una novità, ma non me ne ero mai interessato in una prospettiva di tipo radioamatoriale….
E’ nato così il primo tentativo di toccare con mano un ricevitore SDR per le decametriche… ovviamente sono partito a vele basse e con poche decine di Euro ho messo su un trabiccolo da attaccare alla mia nuova e fiammante antenna filare di ben 12 m a 2 metri da terra sul terrazzo….. 🙂
E’ stata dura… ma alla fine sono anche riuscito a sentire dopo una quarantina d’anni uscire dall’altoparlante del mio computer di nuovo la voce gracchiante di un OM che trasmetteva in SSB, tramite un mio catorcio !!!!!!
Purtroppo si trattava del solito tedesco o inglese che si trastullava a chiacchierare con i suoi vicini in 40 metri….
Finalmente una domenica, grazie forse ad un contest internazionale, sono riuscito a sentire anche qualcosa in 20 metri…. mi sono reso allora conto che nulla era cambiato rispetto ai contest di 40 anni fa… anzi siccome ora (rispetto a 40 anni fa ) sono pure abbastanza sordo (… purtroppo l’udito non mi ha dato molte soddisfazioni…) vi posso assicurare che l’esperienza è stata abbastanza …. demoralizzante 🙁 sentire quasi niente e stare attaccato alla cuffia per lunghi minuti cercando di decifrare un nominativo sbiascicato con uno slang più o meno localizzato è stata una esperienza non proprio edificante !
Comunque l’esperienza del contest è stata “illuminante”… 🙂 mi sono reso conto che il DX oggi come ieri in pratica si riduce o si è ridotto a scambiarsi frettolosamente quattro numerini e basta…. la considerazione che ne esce fuori è semplice: perchè non cercare qualche metodo automatico per fare QSO ?
La risposta è stata immediata: non c’è bisogno di inventare nulla…. basta guardarsi intorno… mi è quindi subito tornato alla mente un argomento che già qualche tempo tenevo sotto osservazione anche se solo come fatto “scientifico”… parlo del WSPR 🙂
Forse qualcuno di voi ha già sentito parlare di questo argomento; per chi non ne ha mai sentito parlare provo a sintetizzare in due parole di che cosa si tratta…
Qualche anno fa un radioamatore americano di nome JoeTaylor K1JT si era trastullato con qualche tecnica digitale nel suo tempo libero…. per caso K1JT come professione lavorava nel campo della radiostronomia ed aveva avuto la ventura di essere lo scopritore della famose “PULSAR” le stelle pulsanti che gli avevano fatto ricevere, dopo una ventina di anni dalla scoperta, un Premio Nobel !!!!!!
Il buon John nel tempo libero aveva applicato le tecniche di processo digitale dei segnali che normalmente usava per le sue ricerche radioastronomiche, al traffico radioamatore e si era inventato dei “protocolli” di trasmissione che si caratterizzavano per la caratteristica di sfruttare in maniera ottimale una serie di proprietà dei codici ciclici a correzione di errore e dei sistemi di trasmissione digitali ottenendo la possibilità di recuperare dei segnali completamente sepolti nel rumore !!!!!
Per darvi una idea della potenza delle tecniche da lui impiegate basti pensare che nella versione WSPR dei suoi protocolli si riesce a recuperare segnali la cui potenza può essere addirittura -28 db sotto al rumore…. come cercare e trovare l’ago nel pagliaio 🙂
Il buon John non si è limitato ad uno studio teorico, ma ha lavorato creando del SW per l’implementazione dei suoi protocolli rilasciando peraltro il codice come “Open Source”…
… come se non bastasse si è premurato, con l’aiuto di una comuninità di appassionati che nel frattempo si stava formando, di creare uno strumento WEB per tenere un database centralizzato in cui consentire agli utilizzatore di lasciare traccia ordinata e consultabile di tutti gli “spot” che grazie al suo SW si riuscivano ad “ascoltare”… ne è risultato un sistema estremamente potente e facile da usare allo stesso tempo che consente di collezionare gli “ascolti” ottenuti sfruttando questo protocollo….
Per avere una idea della potenza del sistema basta pensare che si riescono a fare ascolti/collegamenti con livelli di potenza trasmessa di pochi milliwatt, con una potenza massima trasmessa che raramente supera i 5 Watt !!!!!
Ho deciso allora di provare a fare un poco di ascolti sfruttando questa nuova modalità... in pratica quello che mi mancava rispetto a quanto avevo già fatto per ascoltare i QSO in SSB era semplicemente integrare la decodifica del protocollo WSPR sul computer che sfruttavo per la ricezione in SDR…. con un poco di buona volontà e qualche scraniatura alla fine sono riuscito a far frullare il nuovo macinino….
I primi “spot” sono stati già una soddisfazione…. centrare un intervallo di frequenza di soli 200 Hz in cui cercare i segnali WSPR la cui larghezza di banda è di soli 6 Hz non è proprio una passeggiata soprattutto per la stabilità di frequenza del macinino e per la precisione di tempo del computer: infatti il protocollo sfrutta per “fare QSO” la trasmissione di un segnale della durata di 120 sec a partire dai minuti pari… un singolo messaggio dura 120 sec e consente alla fine del ciclo di ricezione di decodificare il segnale ricevuto: se la decodifica riesce vuol dire che il messaggio è stato ricevuto correttamente, altrimenti il messaggio viene scartato…
Ogni messaggio ha una struttura molto semplice: infatti contiene il nominativo dell’OM che trasmette, il suo QRA locator, e un codice che indica il livello di potenza usata per la trasmissione.
Il decodificatore, in caso di ricezione di un messaggio WSPR, restituisce oltre al contenuto del messaggio anche un ulteriore parametro che rappresenta il rapporto segnale/rumore con il quale il messaggio è stato ricevuto, in db riferiti ad una banda di 2,5 Khz…. Dal QRA locator ovviamente si risale immediatamente alla distanza del collegamento e al relativo azimuth…. I dati così ottenuti possono essere automaticamente uploadati sul sito che raccoglie tutti gli spot ricevuti world-wide attaccando ad ogni spot il nominativo della stazione che ha riportato lo spot…
Il risultato è quello che potete vedere sotto…. come esempio relativo ad una nottata di ascolto (automatico) sulla banda di 30m …
Quella sotto è invece la lista dei collegamenti estratta dallo stesso sito….
… come potete vedere c’è di tutto… il tutto con una antennina filare di 12 metri stesa sul tetto a soli 2 metri dal solaio 🙂
La cosa interessante ovviamente è la colonna delle distanze in km relative agli spot ascoltati, ma la cosa ancora più sbalorditiva sono le colonne delle potenze che gli OM ascoltati hanno utilizzato e soprattutto la colonna dei rapporti segnale/rumore (SNR) che come potete vedere arrivano addirittura a dei miseri -25db/-28db 🙂
Ovviamente mentre il trabiccolo lavorava… io dormivo 🙂
…mi direte: ma che caccio stai dicendo…. mica questi sono QSO ?
…dipende ovviamente molto dai punti di vista… per uno che si interessa agli aspetti tecnici della radio e della trasmissione si tratta molto più di una serie di QSO…. se si approfondisce il discorso si scopre che i parametri che escono fuori sono addirittura più significativi in quanto eliminano tutta una serie di elementi di disturbo che nella tradizionale attività di QSO mascherava gli aspetti tecnici di un collegamento: per dirne una il famoso “pile-up” in cui vincevano i più prepotenti che sparavano con KW di potenza qui non esiste neanche lontanamente….
Un ulteriore fatto che a mio parere rende interessante il sistema è che consente di ottenere dei risultati interessanti anche senza trasmettere….
In effetti ci sono varie modalità di partecipare all’attività WSPR:
- attivare un trasmettitore che invia periodicamente dei “probe” che poi vengono ricevuti da altri OM sparsi per mondo
- attivare un ricevitore che colleziona degli “spots” relativi a trasmettitori attivi per il mondo e riporta i relativi reports nel database di cui si parlava prima consentendo agli altri di valutare i risultati delle proprie trasmissioni…
- attivare un ricetrasmettitore che alterna periodi di trasmissione a periodi di ricezione come sopra
Dall’interazione delle varie tipologie di attività scaturisce l’operatività del sistema….
Dimenticavo quello sotto è il trabiccolo utilizzato…..
Quello nella immagine seguente è invece come si presenta il programma di decodifica delle trasmissioni WSPR…..
Mi riprometto in un successivo articolo di entrare nei particolari del tutto, qualora ci sia interesse da parte di qualcuno… comunque il WEB è ovviamente la principale sorgente di informazioni…
Quello che volevo evidenziare a valle di questa chiacchierata è che, grazie alle tecniche digitali oggi disponibili, è possibile fare cose una volta inconcepibili, peraltro con dei livelli di spesa/investimento decisamente contenuti e mettendoci del proprio in termini di sperimentazione …..
… a questo punto mi fermo… sono curioso di vedere come è andata la pesca oggi 🙂
Caro Michele, leggo sempre con molta attenzione e sete di apprendimento quanto vai scrivendo di volta in volta. Purtroppo (e certamente sarò….. all’antica) la cosa non mi attira più di tanto in quanto, ottime le varie sperimentazioni che fate con questo “Sarimesh” ma a me il radiantismo dà soddisfazione (sia DX che QSO spiccioli) quanto si smanetta, magari costruendo o modificando vari apparati, per poi avere la soddisfazione di trasmettere nel microfono di un bel (anche moderno) RTX e sentire di contro la voce di un lontano o vicino corrispondente dall’altoparlante, sia in AM, SSB, FM o meglio ancora la “dolce” musica del CW, e parlare SOLO e SOLTANTO di radio, modifiche et esperimenti varii. Scusami delle mie idee (che come sempre espongo direttamente ai miei interlocutori anche nella vita quotidiana). Forse anche per questo alcuni miei corrispondenti (anche locali) sono scomparsi dai QSO che stavano diventando…. quotidiani. Per quanto riguarda le antenne Ti capisco perfettamente in quanto il mio caro vicino, dopo circa 35 anni di attività in questo QRA, ha ritenuto buono di farmi cascare tutto il parco antenne (costituito da direttiva YAGI tre elementi-tribanda HF, due 11 elementi FR+GP VHF/UHF, relativo rotore et palo telescopico 6 metri, dipolo 40 et 80mt) togliendomi uno dei quattro paletti di ancoraggio, eppure il terrazzo è di proprietà di solo noi due. Appunto per il quieto vivere non l’ho denunziato all’AG (penso di essere anche un pò…. signore|). Dopo un anno di stasi e di pensamenti mi sono attrezzato dal lato mio (diciamo) di una sola 11 elementi FR+GP VHF/UHF su un paletto e di una fiammante GP 40/20/15/10 mt. HF in un altro angolo e, così mi stò divertendo collegando diverse nazioni come ai vecchi tempi (ricordi???) ma in alta frequenza, ovvero via radio volgarmente detto. Caro Michele, sempre con affetto e stima, Ti seguirò sempre comunque, e T’invio miei cordiali ed affettuosi 73, de Sandro i8KDY …
Caro Sandro, il bello del nostro hobby è che ognuno può riuscire a trovare un suo modo tutto personale e originale di vivere le esperienze che la radio può fornire.
Purtroppo con il ritmo frenetico della vita moderna e con la comparsa di nuovi modi di interazione, il tradizionale QSO ha trovato dei concorrenti che lo fanno passare spesso in secondo piano perchè offrono dei modi più a portata di mano per interagire e soprattutto più veloci 🙁 oggi sembra che tutto si giochi sulla velocità di interazione…. basta purtroppo guardare il successo spropositato di strumenti tipo twitter che pretendono di condensare l’interazione in poco più di 100 caratteri 🙁
ciao
Michele