Qualche riflessione a proposito della nostra sperimentazione SARIMESH…
Sembra solo ieri che qualche pazzo nella nostra sezione ARI ha lanciato l’idea … ma sono in realtà passati ben 18 mesi….
In questo periodo ci è capitato più volte di confrontarci con altri OM sia nell’ambito del nostro piccolo gruppo, che al di fuori con altre realtà attive non solo nell’ambito radioamatoriale, ma anche in ambiti limitrofi quali quelli collegati con attività legate alla protezione civile e più in generale a potenziali utilizzatori dei servizi che una rete MESH può fornire.
In questo articolo vorrei provare a condividere con voi qualche esperienza maturata in questi ambiti….
La primissima esperienza in ordine di tempo è stata quella del cercare di far capire in cosa consistesse questa modalità di comunicazione e a cosa potesse servire: infatti è abbastanza difficile riuscire a far comprendere che fare radio non è solo “parlare” … purtroppo solo recentemente l’industria che gira sull’attività radiantistica ha iniziato a introdurre qualcosa che non sia puro parlare… e tutti sappiamo che molti radioamatori sono “consumatori” di prodotti confezionati proprio per loro….
Riuscire a far comprendere che si potesse fare qualcosa “da radioamatore” nel senso più originario del termine senza necessariamente “parlare” e anzi addirittura senza mettere in campo una radio nel senso tradizionale è stata la sfida principale: una sfida non da poco in quanto richiedeva ai potenziali “missionari o esploratori” di avventurarsi in campi nuovi quali ad es. quelli dei sistemi radio digitali, del signal processing, delle metodiche di realizzazione in tecnica SDR (Software Defined Radio) delle apparecchiature, che sicuramente non facevano parte del DNA originario di questi OM….
I risultati fin qui ottenuti con pazienza, umilta’ , volontà e soprattutto curiosità di fare cose nuove dimostrano che E’ POSSIBLE E FATTIILE approcciare queste nuove tematiche anche per chi non è nato nell’ultimo ventennio e anzi proprio grazie alla esperienza tradizionale e alle conoscenze tradizionali è abbastanza agevole aprire nuovi filoni di attività e di sperimentazione che possono portare tante soddisfazioni.
Una seconda sfida ancora ben lungi dall’essere superata è quella del ” a che cosa possa servire” questa sperimentazione e questa rete che stiamo mettendo su…..
Vale la pena di soffermarsi quindi su questo punto cercando si fare delle considerazioni non tanto sul tema tecnico in quanto tale, quanto sulla valenza del sistema su cui stiamo lavorando.
Tipicamente il radioamatore è sempre stato un soggetto ecclettico abituato a sfruttare il suo hobby per varie finalità non solo tecniche ma spesso relazionali o di tipo ludico: basti pensare al gusto del DX e all’eccitazione che tutti noi abbiamo provato nel fare un collegamento rarissimo o con condizioni estremamente sfidanti di potenza, apparecchiature o stato della propagazione….
Se ci soffermiamo sull’esempio ora fatto, poco importava se quel collegamento quasi certamente non sarebbe mai stato più fattibile !!!!!
In effetti quello che da sempre ha contraddistinto l’attività radioamatoriale dall’attività di operatori commerciali e/o istituzionali è stato proprio questo carattere sostanzialmente solo o quasi solo ludico della propria attività.
La sperimentazione che stiamo portando avanti con lo spirito e l’approccio da radioamatore è in realtà una strana bestia, che proprio grazie alle sue caratteristiche tecniche, può consentire di fare qualcosa che pur senza fare ovviamente concorrenza a soggetti istituzionali o commerciali, possa consentire non solo di “giocare” ma anche di creare qualcosa che possa all’occorrenza servire a “qualcosa di serio”.
Ovviamente bisogna capirsi sul quel “qualcosa di serio”……
orbene tutti si aspetterebbero che si trattasse di fare qualcosa per parlare …… ma la domanda sorge spontanea: che senso ha fare qualcosa per “parlare” quando già esistono infinite tecnologie, apparecchiature, e altre modalità per parlare ?
a seguire: che cosa oggi non si riesce a fare con le tecnologie che già esistono e tutti possono acquistare e usare ?
Sicuramente esistono infinite risposte a questa domanda…. noi ce ne siamo dati una sola e su quella stiamo cercando di lavorare…..
La risposta che ci siamo dati è che una cosa molto interessante e potenzialmente utile è il cercare di creare una rete (solo) dati, compatibile e inter-operabile con le normali reti IP, ma completamente indipendente da esse, in grado di operare a altissima velocità di comunicazione, intendendo con tale termine velocità dell’ordine dei Mbit/sec, come per le reti IP fisse o mobili.
Molti di voi ovviamente subito osserveranno che stiamo scoprendo l’acqua calda 🙂
… e indubbiamente è così … con tutte le reti fisse e mobili che ci stanno oggi disponibili, certamente non ha molto senso senso farne un’altra….. a meno che non si cerchi di fare qualcosa che le altre reti oggi non riescono o stentato a fare…..
…ed è proprio questo il senso del nostro lavoro !
Potremmo dire che il nostro obiettivo è fare qualcosa che “potenzialmente” possa servire a fare cose che altri non riescono a fare…
Vorrei portarvi un esempio piccolo ma spero significativo, non inventato ma giusto capitato proprio a noi soci della sezione ARI di Sorrento….
Fino a poche settimane fa eravamo situati con la nostra sezione in un locale sito in un condominio, dove non potevamo installare antenne e dove l’unico legame con il mondo era una linea ADSL “a scrocco” da un utente vicino….. il cellulare prendeva a stento, e i dati ovviamente andavano a pochi bit/sec….
Appoggiando una nostra antennina SARIMESH al bordo del finestrino del bagno che dava in un vicoletto tra due palazzoni siamo riusciti in pochi minuti a collegare la nostra sede al mondo…. ovviamente non andavamo alla velocità della fibra… ma rispetto a prima era un enorme miglioramento….
Una situazione del genere badate bene avveniva non su una montagna sperduta, ma al centro di una cittadina coperta da ogni genere di rete…..
Ovviamente mi potrete dire tantissime cose a proposito di ADSL, gestori WiFi, LTE, etc. etc. ma qualsiasi soluzione presentava costi, tempi, investimenti del tutto inaccettabili nel nostro contesto….
Situazioni analoghe se ne potrebbero trovare ed elencare molte…. quello che maggiormente forse può far capire il valore è pensare a situazioni di emergenza o di congestione delle reti tradizionali…. è in queste situazioni che realmente una soluzione quale quella che stiamo sperimentando può essere di aiuto….
Fatta questa lunga premessa avrete però subito intuito che un discorso del genere ha un grosso tallone di achille: deve funzionare e funzionare bene…. altrimenti all’opportunità non servirà a nulla !!!!!!!!
Quindi il discorso qui si capovolge rispetto al caso del DX: se lì era bello fare un collegamento e basta, qui o siamo sicuri che il collegamento sia SEMPRE POSSIBILE, oppure abbiamo scherzato !
In altri termini la sperimentazione non serve solo a dire “sono riuscito a collegare Napoli da Sorrento”, il discorso deve essere “il collegamento Napoli/Sorrento dimostra un livello di disponibilità del xx,xx% su base annua ” .….. con xx sperabilmente fatto di tanti 9 !
Da queste considerazioni discendono ovviamente tutta una serie di fatti concreti che vanno fatti collimare con tutti i vincoli che la nostra condizione di (poveri) radioamatori comporta…. ed è proprio in questa cascata di elementi che noi possiamo “sperimentare”: è facile fare una rete con certi obiettivi mettendo mano al portafoglio di qualche (più o meno pazzo) imprenditore …. meno facile è fare qualcosa sfruttando le nostre forze e con l’obiettivo di fare qualcosa che sia privo di finalità “economiche” che purtroppo finiscono sempre per far naufragare anche le più oneste iniziative no-profit.
La scelta che abbiamo fatto di implementare una rete WiFi in tecnica MESH non è casuale: le reti MESH sono ben note per essere da sempre state concepite con l’esatto obiettivo di essere ottimali in situazioni di disagio ambientale /logistico, come per es. nel caso di reti per uso tattico in battaglia, o per uso in situazioni difficilmente pianificabili a priori.
La sperimentazione non coinvolge solo aspetti radio, ma richiede anche di affrontare situazioni di pianificazione, descrizione del territorio e raccolta di dati da sfruttare ed integrare con le conoscenze e le apparecchiature radio.
E’ quindi un discorso interdisciplinare che può dare possibilità di contribuire a diverse persone anche con sensibilità ed inclinazioni diverse, e non necessariamente e solo radioamatori.
Grazie Michele per il bellissimo articolo di aggiornamento e chiarimento della nostra sperimentazione, era proprio necessario per chiarire le idee a quanti non avevano compreso ancora l’ obiettivo.
Procediamo con impegno e effettuiamo i miglioramenti necessari per ottenere i risultati ottimali.
Grazie ancora Michele. Cordialmente Pino i8hxg.
caro Pino,
grazie per l’incoraggiamento che penso vada esteso a tutti quelli che hanno condiviso questa idea e che spero possano trarre soddisfazione dai risultati che piano piano stiamo cogliendo…
Seguo con piacere questo progetto. Noi a Portici abbiamo già un collegamento punto-punto a 5 GHz e cerchiamo di ampliare la rete. L’attrezzatura usata è Uibiquity . 73 de Giorgio iz8fav , Ari Portici.
ciao Giorgio, ci fa piacere che segui il progetto…
Se siete interessati potremmo vedere se si riesce ad integrare il vostro collegamento nella rete sarimesh….
allo stato abbiamo due nodi che probabilmente si potrebbero prestare per l’aggancio: uno sulle pendici del vesuvio ed un altro sui colli aminei di Napoli.
Se siete interessati e mi fornite , anche per e-mail per motivo di privacy, le coordinate esatte dei vostri nodi facciamo una simulazione per vedere cosa esce fuori.
cordiali saluti
I8FUC Michele
Per un contatto in privato mi occorre l’email. La mia è iz8fav (at)gmail.com